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E’ bastato un “click” e il mondo davanti a noi si è aperto.

Seduti nel retro del negozio di Perugia, abbiamo ruotato questa grande palla chiamata Terra: mari, ghiaccio e poi l’esteso sud America; sovrapponiamo la cartina della Nasa, vediamo il tragitto dell’Eclissi… ecco dove si vedrà la sua totalità!

E ora? Come legare quella lunga striscia rossa alla scoperta dei popoli nativi? Chi sono, dove sono dislocati sul territorio?….sempre se ci sono!

Google- ricerca: “Pueblos Originarios” e….altro click! Appaiono macchie colorate sull’estensione Argentina: affascinante vedere come chiazze dai vari colori identificano popolazioni diverse.

Sovrapponiamo quella nuova “cartina culturale “ a quella dell’Eclissi e…….. Si apre davanti a noi il paesino sperduto nella provincia di Buenos Aires.

Ecco come siamo venuti alla conoscenza di Junìn!

E dei suoi abitanti, popoli nativi, i Mapuche..

 

Il grande giorno della partenza arriva e il viaggio lungo e stancante ci fa arrivare al freddo e all’atmosfera nuvolosa dell’aeroporto di Buenos Aires.

Stanchi ma eccitati, chiediamo ai passanti informazioni su questi popoli e se già si fossero preparati al Grande evento dell’Eclissi totale!

L’eclissi era conosciuta ma…i popoli nativi?? Quelli no, non potevamo trovarli più li, stavano tutti o nelle montagne del Nord o nell’estremo Sud….li no, impossibile!

 

Eppure la nostra “voce guida” ci diceva di non scoraggiarci…

 

Prima cosa da fare: noleggiamo una macchina,direzione La Plata.. che “d’argento” aveva poco quella cittadina sul mare! Lasciata a sè, come gran parte dei paesi sudamericani..

 

Ma cosa che più ci ha emozionato, è stato sicuramente non la tappa, ma il viaggio!

Lasciata B.A., abbiamo incontrato durante la strada una vera e propria favelas, delimitata da filo spinato. La povertà, la degradazione erano già uno “schiaffo” davanti a quella cruda realtà sudamericana.

Ma subito ci hanno accolti dei bimbi sorridenti che, incuriositi, ci sono venuti incontro, scrutando il regalo che già avevamo tra le mani: gli occhialini protettivi per l’Eclissi!

Con il mio spagnolo “italianizzato” (non conosco alla perfezione il vasto vocabolario), ho spiegato loro il grande fenomeno a cui avrebbero assistito qualche giorno dopo e quanto potevano essere importanti quei buffi occhialini, che li facevano tanto sorridere.

Giulio fotografa i loro sorrisi, le loro manine sporche di terra ma riconoscenti per quel dono prezioso… magico quasi!

 

Prima di lasciare quell’ agglomerato di catapecchie di lamiera, un murales attira la nostra attenzione, rubando scatti a Giulio, ricchi di un  bel significato; il murales raffigura (neanche farlo apposta!) un uomo sulla Luna, e diceva: “…… (trova foto)

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