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Deserto – Giordania 2017

Invischiato in questa luce densa, lo Spazio si moltiplica in un labirinto indecifrabile di terra e rocce cremisi e cresce contro l’orizzonte inarrivabile.

Una folla di immagini si accalca dinanzi all’obiettivo,  mi riempie gli occhi.

–    Quando in giro non c’è nessuno si dice che è un deserto    –

–     Perché deserto è diventato sinonimo di vuoto?     

       

Errata corrige. Elimino questa opinione infondata. Faccio spazio

Ad una coppia di passerotti che si ristora all’ombra.

All’oleandro che fiorisce di sogni perduti.

Alle vestigia di una civiltà mistica e antica.

Ai pellegrini che giungono sul dorso dei muli e dei cammelli, per ammirare la maestà di Petra.

Alle capre placide.

Alle cave scavate nella roccia.

Agli uomini del deserto.

I beduini hanno la pelle scura e gli occhi larghi, per contenere tutte le linee del deserto. 

E poiché possiedono tutte le linee del deserto, non perdono mai la strada.

Gli uomini del deserto sono musulmani.

Ma poiché non perdono mai la strada, sono prima di tutto UOMINI.

Sono tre giorni che vivo con loro nel deserto, Attallah mi chiama fratello e mi guida pazientemente come un fratello.

Mi svela le vie segrete che disegnano confini immutabili sulla sabbia mobile, mi insegna la legge del deserto, che non è scritta in nessun codice e che la sua gente osserva da secoli.

–    Umiltà e Rispetto    –

È questo che li rendi liberi.

Mio fratello Attallah mi ha poŕtato a guardare le stelle.

–       Come è in cielo così in terra       –

Mi sono sentito parte di qualcosa di grande in questi giorni di deserto.

( Penso all’attentato di Manchester. Il delirio di un folle. O un’opinione infondata? )

Mi domando quali e quante infondate opinioni confondano il cuore degli uomini.

E il mio.

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